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Davide Copelli WebSU

Il primo scatto e le terminologie da sapere

Articolo a cura di: Davide Copelli {ing}

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fotocameraIntroduzione - Corso Base Fotografia Digitale

Prima dell'avvento delle fotocamere automatiche "punta e scatta", e ancora prima che le reflex avessere le attuali funzioni  automatiche, tutti coloro che desideravano fare fotografie di un certo livello, dovevano necessariamente conoscere alcuni principi fondamentale dell'esposizione. Le pellicole fotografiche, i famosi rullini, erano costosi e di certo non ci si poteva permettere il lusso di sprecare una sola foto, e questo vincolava il neofita fotografo, ad imparare, volente o no, le funzioni della fotocamera  necessarie a garantire una corretta esposizione.

Fortuinatamente per chi deve iniziare, oggi ormai tutte le macchine fotografiche permettono di scattare in modalità automatica e questo da una parte ha permesso a chiunque di fotografare, dall'altra ha reso meno creativa la fotografia. Oggi giorno si scattano decine e decine di foto, senza badare molto alla qualità in se' dello scatto, potendo memorizzare centinaia di foto senza spendere nulla in più. 

Ho visto persone spendere più di 500 Euro per prendersi una macchina fotografica reflex, il più delle volte, ricevuta giustamente come regalo, e limitarsi a schiacciare il pulsante in alto, come se fosse una macchina, ricevuta con i punti del supermercato.

Molti poi, per il semplice fatto di avere al collo, una bella tracolla con scritto "Canon" o "Nikon" a caratteri cubitali, e una macchina da 600 Euro, si sentono autorizzato ad essere degli esperti di fotografia ma alla fine non capiscono neppure i principi base della fotografia.

Se anche tu ti senti chiamato in causa, allora è giunto il momento di imparare in pochi minuti alcune delle terminologie base della fotografia digitale, proprio per non rendersi ridicoli di fronte ad una domanda banale del tipo "che ISO usi per scattare in notturna?"

Partiamo con "Il diaframma"

In termini letterali, diaframma è la dimensione dell'apertura della lente che permette alla luce di passare all'interno della fotocamera e raggiungere così il sensore. Ovviamente più grande è l'apertura, più luce raggiunge il sensore.

Fino a qui le solite chiacchiere. La cosa interessante è capire qual è l'effetto risultante di aprire o chiudere il diaframma. Ebbene agendo sul diaframma si controllane le regioni che si vogliono siano a fuoco nella foto, ossia la profondità di campo come si dice in termine tecnico (vedi foto a lato). Avremo modo di approfondire questo, con il commento di molte foto nel videocorso di fotografia

Come si misura l'ampiezza del "buco". Non in centimetri, come avviene per le punte di un trapano, ma in termini di quanta luce viene bloccata o anche "f-stop", che si riferisce essenzialmente alla "frazione" (o "f") della luce che viene "fatta passare" prima che raggiunga sensore della fotocamera.

La maggior parte di noi non è abituata a ragionare in negativo: un buco, si musura sempre in termini di apertura. Più e grande il buco più luce viene fatta passare. Nella fotografia si ragiona all'opposto prendendo come soggetto non il buco, ma la quantità di luce bloccata: più è grande la quantità di luce bloccata, più piccolo sarà il buco, un pò come avviene con il rubinetto dell'acqua che è costantemente sotto pressione e blocca l'uscita dell'acqua. 

Il tutto si traduce dal punto di vista pratico con una notazione che sicuramente avrai visto nell'obiettivo della tua macchina fotografica: f/Numero, il quale è proprio l'espressione dell'attuale apertura del diaframma o dei valori minimo e massimo di luce che il tuo obiettivo è in gradi di far passare o bloccare.

Esempio: f/11, f/2.8 etc, dove il numero al denominatore sta ad indicare la quantità di luce "BLOCCATA".

Essendo una frazione, più è alto il valore al denominatore, più luce verrà bloccata, quini più stretto sarà il buco. Da qui la terminologia usata dai VERI fotografi, di chiudere o aprire il diaframma, aumentando gli stop o diminuendoli rispettivamente, ossia aumentando o diminuendo quel numero al denominatore, ossia la quantità di luce che viene bloccata.

Il passaggio da un valore di stop, al successivo, partendo dal più basso, indica un dimezzamendo della luce entrante. I valori tipi di f-stop che troverai negli obiettivi "LUMINOSI" ossia con tipologie di lenti paricolarmente curata in grado di far passare molta luce, con diaframma completamente aperto (senza zoom), generalmente partono da 2.8

Tempo di scatto

velocita' otturatoreIl secondo principio fondamentale da conoscere è la velocità dell'otturatore, che spesso viene chiamato "tempo" di scatto o posa, intendendo la quantità di tempo necessaria all'otturatore per aprirsi e chiudersi. Forse ti starai chiedendo cosa sia l'otturatore. Ebbene è un piccolo dispositivo all'interno della fotocamera che permette alla luce di entrare per un certo tempo per poi bloccarla, proprio come avviene quando si aprono e poi si chiudono gli occhi.

L'attimo in cui i tuoi occhi sono aperti, è equivalente all’attimo in cui viene "catturata" la foto dal sensore nella tua macchina. La velocità dell'otturatore viene misurato in termini di secondi o frazioni di secondo. Ad esempio un tempo di scatto di 1/1000, equivale a 1/1.000 di secondo. Un tempo di posa di 1/60 è potrebbe sembrare molto rapido per le nostre capacità visive, ma per una macchina fotografica o una scena di sport, è lento.

Oppure all'opposto, impostando tempo di posa altri, si catturano azioni volutamente mosse con effetti di scie luminose su una foto in notturna, o l'acqua che scende da una cascata.

Analogamente al diaframma, il tempo di scatto è vincolato pesantemente dalla quantità di luce ambientale presente all'interno di una scena. Scene in condizioni di poca luce, richiedono che, affinchè l'immagine venga catturata dal sensore, sia scelto un tempo di posa più lento. Questo implica che in certe condizioni, sia estremamente difficile scattare foto, si pensi ad azioni in movimento riprese al tramonto, o al contrario una cascata con effetto scia ripresa a mezzogiorno.

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