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Davide Copelli WebSU

Guida alla scelta dell'obiettivo per la tua digitale

Articolo a cura di: Francesca Ambrosini

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Cap. 8 - Corso Base Fotografia Digitale

La funzione principale di un obiettivo fotografico è quella di raccogliere i raggi di luce provenienti da una scena e focalizzarli perfettamente sul piano del sensore. In pratica un obiettivo fa molto di più. L'apertura del diaframma permette di controllare sia la quantità di luce che raggiunge il sensore che la profondità di campo della fotografia. La lunghezza focale determina l'ingrandimento dell'immagine e l'angolo di visuale. Alcuni obiettivi permettono di ottenere effetti speciali, come vedremo più avanti.

Scegliere l'obiettivo giusto non è poi tanto difficile, a patto di possedere almeno le conoscenze di base. Generalmente gli obiettivi disponibili oggi sul mercato sono di buona qualità. Certo, i modelli più costosi delle marche più affermate producono immagini più nitide, ma per apprezzarne davvero i vantaggi si deve lavorare con i metodi e l'equipaggiamento usati dai professionisti: montare la camera su un solido treppiede e focalizzare con estrema cura in manuale. Se si scatta tenendo la camera con le mani non si vedrà molta differenza tra il più costoso obiettivo del mercato e uno di medio livello di una buona marca.

Naturalmente, la nitidezza non è l'unico parametro da considerare. Il contrasto e la fedeltà dei colori sono altrettanto importanti, ed anche in questi campi gli obiettivi professionali sono nettamente superiori. Per non parlare della migliore correzione delle distorsioni e delle aberrazioni, e delle caratteristiche anti-flare. In più gli obiettivi professionali sono quasi sempre più "luminosi" (grandi aperture) dei loro corrispondenti economici.

Tutto questo non significa che non si possono ottenere ottime immagini anche non disponendo di un budget "professionale". Anche gli obiettivi di medio livello delle marche migliori sono capaci di produrre eccellenti immagini, specialmente se non le useremo per stamparle a dimensioni da poster.

Oggi il mercato offre una varietà di caratteristiche e di qualità che sembra senza fine. Dai grandangolo fisheye ai supertele, dai macro ai soft-focus, con focale fissa o zoom, gli obiettivi adatti alle più varie necessità e situazioni sono disponibili per ogni DSLR, sia dai produttori delle fotocamere che da costruttori indipendenti.

Abbiamo davvero bisogno di tutti questi obiettivi? No, naturalmente. Me le situazioni in cui ci troviamo ad operare sono le più varie e un unico obiettivo non può gestirle tutte, benché i costruttori cerchino di offrire prodotti con uno zoom tanto ampio da adattarsi alla maggior parte degli impieghi. Mentre la maggior parte dei fotoamatori trova assai pratico l'uso di una compatta con zoom, i fotografi più esigenti preferiscono usare una serie di obiettivi capaci di adattarsi alle varie condizioni e soggetti.

In queste pagine troverete una descrizione dei vari tipi di obiettivi e del loro impiego. Queste nozioni saranno utili non solo per produrre fotografie migliori, ma anche a scegliere con maggior consapevolezza i prodotti che più si adattano alle varie esigenze.

Cos'è la Lunghezza focale di un obiettivo?

Una delle prime caratteristiche da prendere in considerazione in una lente è la sua lunghezza focale, che determina il suo angolo visivo. Nelle tradizionali macchine 35mm, un obiettivo con lunghezza focale minore di 35mm è considerato corto o grandangolo, oltre i 65mm è considerato lungo o teleobiettivo, tra 35mm e 65mm è considerato normale.

Nella figura è riportata l'ampiezza del campo visivo (a sinistra) in relazione alla lunghezza focale (a destra). Quando si cambia la lunghezza focale due importanti effetti risultano immediatamente evidenti nel monitor; varia l'angolo visivo e l'ingrandimento dell'immagine.

  • L'angolo visivo determina l'area della scena "vista". Un obiettivo corto ha un ampio angolo visivo e quindi riesce a catturare una ampia porzione della scena. Al contrario con un teleobiettivo riusciremo a inquadrare una piccola parte della scena senza doverci muovere verso il soggetto
  • La capacità di ingrandimento è in relazione all'angolo visivo. Poiché un obiettivo corto inquadra una scena ampia, tutti i soggetti visti sono di dimensioni ridotte per poter entrare nel sensore. Gli obiettivi lunghi hanno un angolo visivo molto minore, perciò gli oggetti appaiono più grandi.

La scelta di un obiettivo dipende in parte da cosa ci si propone di fare con la fotocamera. I grandangoli sono adatti per fotografare edifici, panorami, interni ecc. I teleobiettivi sono indispensabili quando è difficile avvicinarsi ai soggetti, come negli avvenimenti sportivi o scene con animali selvatici. Gli obiettivi normali sono un compromesso.

Con un grandangolo la messa a fuoco non è difficile perché si ha una grande profondità di campo. Al contrario, il teleobiettivo consente di isolare un dettaglio da una scena ma ha una profondità di campo molto ridotta, ciò che rende il fuoco più critico. Inoltre, poiché i teleobiettivi ingrandiscono molto, richiedono un appoggio stabile o un treppiede per ottenere immagini nitide.

Che cosa rende veramente un obiettivo corto, normale, o lungo? Quando la lunghezza focale di un obiettivo è simile alla diagonale del film usato, si dice che è "normale" o vicino all'ingrandimento dell'occhio umano. Lo stesso concetto si applica al grandangolo e al teleobiettivo. Dato che l'inserimento nelle tre categorie è basato sul formato della pellicola usata, una determinata lunghezza focale potrebbe essere considerata normale in una macchina, grandangolo in un'altra e teleobiettivo in una terza. La pellicola standard 35 millimetri misura 24 x 36 mm, la diagonale è 43 mm, non 50 mm come normalmente definita.

Le fotocamere digitali usano gli stessi criteri per determinare le tre categorie di obiettivi, però le lunghezze focali sono molto più corte perché i sensori sono molto più piccoli dei film. Per esempio, mentre il 35mm ha un'area di 36x24 mm, un sensore di 2/3'' (due terzi di pollice) è solo 8,8 per 6,6 mm e alcuni sensori sono ancora più piccoli.

Nelle schede tecniche, per facilitare la comprensione della lunghezza focale delle camere digitali, si trovano spesso riferimenti alla corrispondente lunghezza focale delle 35mm. Per esempio: "obiettivo 5.8-17.4 mm - equivalente a 38-114 mm nel formato 35 mm". Si tratta di un obiettivo per camere compatte con zoom 3x e lunghezze focali fisiche da 5,8 mm a 17,4 mm, ma che danno lo stesso angolo visuale di un equivalente obiettivo per reflex Full Frame e focali 38-114.

Il fuoco

Quando si decide di acquistare un obiettivo, la prima cosa da considerare è la distanza minima del fuoco. Alcuni obiettivi di una data lunghezza focale possono focalizzare il soggetto più vicino di altri, cioè possono ingrandire il soggetto più di altri. Naturalmente gli obiettivi macro (ne parleremo più avanti) danno in assoluto le migliori prestazioni, ma anche un teleobiettivo da 300mm riesce a focalizzare a meno di 1 metro e mezzo.

Altro fattore da considerare è la posizione e la facilità d'uso del comando del fuoco manuale. Chi prevede di utilizzare prevalentemente l'autofocus può anche non tenerne conto, ma chi intende usare spesso il fuoco manuale (e vi sono situazioni in cui l'AF non funziona bene) apprezzerà una ghiera di comando dall'azionamento morbido e collocata in posizione ergonomica.

Gli odierni sistemi di autofocus sono straordinari, offrono praticità e velocità, tutti noi li utilizziamo continuamente, ma non sempre sono altrettanto precisi dell'occhio umano. Quando dobbiamo ottenere la massima nitidezza il fuoco manuale è insostituibile, specialmente se dobbiamo riprendere soggetti in movimento. Certo, questo richiede un po' di pratica prima di ottenere risultati apprezzabili.

Nei moderni obiettivi zoom il fuoco è ottenuto muovendo una lente interna piccola e leggera, permettendo una maggiore velocità e precisione del sistema AF. In altri modelli è il primo elemento ottico, più grande e pesante, a muoversi ruotando in avanti. Questo comporta altri due svantaggi: (a) se si applica un filtro polarizzatore circolare bisogna correggere la sua posizione angolare ogni volta che si regola il fuoco, e (b) ogni volta che si regola il fuoco allungando l'obiettivo viene risucchiata aria, e polvere, all'interno della camera.

Aberrazioni

La lente ha il potere di deviare il percorso della luce che la attraversa (un processo chiamato "Rifrazione"), perché la velocità varia passando da un materiale ad un altro (aria/vetro). La componente luminosa ad onde corte (blu) viaggia più lentamente attraverso il vetro, quindi i raggi subiscono una maggiore deviazione passando dall'aria al vetro. I raggi ad onde lunghe (rossi) viaggiano più rapidamente attraverso il vetro e quindi sono meno deviati.

Poiché i raggi di luce di colore diverso subiscono un diverso grado di rifrazione, un singolo elemento ottico non può focalizzare tutti i colori sullo stesso piano. Se focalizza il verde sul piano del sensore, il rosso risulterà focalizzato leggermente dietro ed il blu poco prima del piano del sensore. Il termine usato per questo fenomeno è "Aberrazione Cromatica".

I moderni obiettivi riducono gli effetti delle aberrazioni cromatiche combinando elementi ottici con differenti composizioni (vetro ad alta dispersione e a bassa dispersione e altri materiali). Tali obiettivi mettendo a fuoco due dei colori primari (obiettivi acromatici), o tutti e tre (obiettivi apocromatici).

Detto per inciso, le aberrazioni cromatiche influenzano la nitidezza sia delle foto a colori che quelle in bianco/nero perché i soggetti ritratti sono sempre a colori. Nelle foto digitali le aberrazioni possono essere corrette anche a posteriori, dopo la cattura.

Nota: Le lenti APO (Apocromatiche) correggono le aberrazioni cromatiche solo per la luce visibile e quindi quando si catturano immagini all'infrarosso occorre tenerne conto e compensare manualmente il fuoco. In questi casi è sempre preferibile ridurre l'apertura in modo che la maggiore profondità di campo compensi le differenze di fuoco tra colori visibili e infrarosso.

Un'altra cosa che una singola lente curva non può fare è focalizzare sullo stesso piano raggi di luce paralleli che passano attraverso il suo centro e attraverso i bordi. I raggi che passano ai bordi della lente subiscono una deviazione maggiore e quindi saranno focalizzati prima del piano del sensore, indipendentemente dal colore. Questo fenomeno viene chiamato "Aberrazione Sferica", che può essere corretta con l'impiego di elementi asferici in obiettivi ad elementi multipli. L'effetto della aberrazione sferica si riduce proporzionalmente alla diminuzione della apertura del diaframma, mentre risulta più evidente alle grandi aperture.

Le lenti asferiche e apocromatiche hanno migliori performance e generalmente valgono il loro maggior costo.

La distanza fra il centro ottico dell'obiettivo ed il piano del sensore (o del film) si chiama lunghezza focale. La lunghezza focale determina l'ingrandimento delle immagini, o quanta area della scena apparirà nella fotografia.

Diaframma

Oltre all'ingrandimento e all'angolo visivo, l'obiettivo controlla anche la quantità di luce che raggiunge il sensore, e lo fa per mezzo di un meccanismo regolabile chiamato diaframma.

Il diametro dell'apertura del diaframma può essere controllato manualmente con una ghiera sull'esterno dell'obiettivo oppure da un comando sul corpo macchina. Sulla ghiera di regolazione sono riportati i numeri "f" detti f-stop che rappresentano il rapporto tra il diametro dell'apertura e la lunghezza focale dell'obiettivo.

Esempio: Quando l'apertura è impostata a f/4, il diametro del foro è 1/4 della lunghezza focale. Con una focale di 100mm e un diaframma f/4, il diametro del foro è di 25mm. Nota Bene: Questi dati sono validi per le camere a film 24x36 e per le camere digitali con sensore full frame 24x36. Nelle camere con sensori di dimensioni minori il diametro dell'apertura sarà proporzionalmente minore.

La figura mostra i diametri relativi di 8 f-stop (i più comuni), da f/1.4 a f/16. (Molte camere permettono di impostare aperture in frazioni di incrementi come 1/2 o 1/3 di uno stop (per semplicità in figura sono riportati solo gli incrementi interi e non le frazioni).

Poiché i numeri "f" rappresentano non un valore assoluto ma un rapporto, con i numeri alti il diametro del foro diventa più piccolo e la quantità di luce trasmessa diminuisce. Per esempio, f/8 trasmette metà luce di f/5.6, ma il doppio di f/11. Altro esempio: una apertura di f/2 trasmette quattro volte più luce di f/4, perché il suo diametro è il doppio di f/4 e quindi l'apertura ha un'area quattro volte maggiore di f/4.

Trattandosi di un rapporto, in teoria un dato valore "f" trasmette la stessa quantità di luce per qualsiasi lunghezza focale. Per esempio, l'apertura f/8 in un obiettivo da 100mm teoricamente trasmette la stessa quantità di luce di una f/8 in un obiettivo da 1000mm. Naturalmente, f/8 su un 1000mm significa una apertura effettiva di un diametro di 125mm, mentre f/8 su un 100mm significa un diametro di 12.5mm. Questo è uno dei motivi per cui è difficile trovare obiettivi molto lunghi con la massima apertura: un obiettivo da 500mm a f/1.4 dovrebbe avere una apertura con un diametro di 357mm!

Gli obiettivi con una grande apertura massima sono definiti "luminosi" o "veloci". Gli obiettivi veloci offrono immagini brillanti nel mirino facilitando la messa a fuoco, permettono l'uso di alte velocità di otturazione anche con poca luce, ma sono anche pesanti e molto costosi. Inoltre alle massime aperture la nitidezza non è più così perfetta. Gli obiettivi veloci sono indicati per le riprese con scarsa illuminazione o per i soggetti in movimento ripresi con focali lunghe. Se il budget non consente di avere il massimo, con un obiettivo di media velocità e una alta sensibilità ISO è anche possibile ottenere velocità di otturazione alte abbastanza per la fotografia sportiva.

Stabilizzatore dell'immagine

Chiunque abbia scattato delle fotografie con poca luce o cercando di tenere ben fermo un lungo teleobiettivo, sa quanto sia difficile evitare di rovinare le immagini con movimenti anche minimi. In molti casi si usano treppiedi o altri supporti. Recentemente sono stati introdotti sistemi automatici per evitare, o ridurre di molto, gli effetti negativi del tremolio della camera. Nell'obiettivo sono stati montati dei giroscopi che sentono il movimento e che comandano dei micro-motori per muovere un set di lenti in modo da compensare i movimenti della camera e tenere stabile l'immagine sul sensore.

Questa tecnologia consente di víolare la vecchia regola per cui non si dovrebbero usare velocità di scatto inferiori alla corrispondente lunghezza focale dell'obiettivo. Per esempio, se si usa un obiettivo con focale da 125mm, si dovrebbe impostare una velocità di almeno 1/125 sec. o anche maggiore, come 1/250 sec. Invece un obiettivo da 125mm con stabilizzatore di immagini, entro certi limiti consente di scattare a bassa velocità (1/50 - 1/30 sec) con la camera in mano, perché lo stabilizzatore funziona come un treppiede virtuale.

Massima apertura

Ricordiamo che quando si scatta una fotografia, il diaframma si apre per permettere alla luce di entrare ed essere focalizzata sul sensore. Per ottenere una immagine perfetta occorre che entri la giusta quantità di luce. Se la luce ambientale è eccessiva occorre diminuirla e viceversa. Un modo di regolare la quantità di luce è quello di aprire di più o di meno il diaframma. Il meccanismo funziona esattamente come un rubinetto che può essere più o meno aperto per regolare la quantità di acqua desiderata.

Il Il grado di apertura viene indicato con la lettera "f" seguita da un numero. Ognuna delle gradazioni lascia passare metà della luce del grado precedente e il doppio del grado seguente. Partendo dalla maggiore, le aperture possibili sono f/1, f/1.4, f/2, f/2.8, f/4, f/5.6, f/8, f/11, f/16, f/22, f/32, f/45.

Nessun obiettivo copre l'intera gamma di aperture. Per esempio l'obiettivo standard di una fotocamera digitale media può andare da circa f2.8 a circa f11. Si noti che quando il valore di "f" aumenta, il foro del diaframma diminuisce di diametro.

Vetro o plastica?

Il lavoro di una lente è di focalizzare perfettamente l'immagine sulla superficie del sensore. Meglio lo fa, migliore sarà l'immagine. In via generale, le lenti di vetro sono sempre state considerate migliori e più stabili e resistenti, ma i grandi progressi raggiunti nel settore delle plastiche ottiche permette di non essere più tanto sicuri.

Spesso nello stesso obiettivo vengono montati elementi ottici misti vetro-plastica, specialmente quando si vuole ottenere lenti di forma complessa, troppo costose da produrre con il solo vetro.

Vediamo allora maggiormente in dettaglio alcune di queste nozioni.

Obiettivi grandangolari

Tutti gli obiettivi con focale minore di 21mm sono considerati "grandangolo". Come suggerisce il loro nome, i grandangolo "vedono" con un angolo visuale più ampio degli obiettivi "normali" e hanno una lunghezza focale più ridotta. Un obiettivo con focale "normale" da 35mm ha un angolo visuale di 63°, contro i 46° di un 50mm, fino ai 114° di un grandangolo da 14mm. Le camere digitali con sensori più piccoli di 24x36mm catturano solo una porzione dell'immagine proiettata da un obiettivo progettato per il formato 24x36mm, quindi a parità di lunghezza focale, l'obiettivo non può avere un angolo visuale ampio come in una camera 35mm, a film o digitale full frame.

Vi sono molti buoni motivi per usare il grandangolo. Il più ovvio è quello di catturare l'intera scena con un obiettivo normale quando non ci si può allontanare abbastanza dal soggetto. Un altro è catturare ampie scene panoramiche, oppure di esagerare le dimensioni di un oggetto in primo piano avvicinandosi molto ma comprendendo l'intera scena nella composizione.

Gli obiettivi grandangolari distorcono la prospettiva? Si, ma solo se la camera si avvicina troppo al soggetto. La lunghezza focale di per sè non altera la prospettiva, le distorsioni si manifestano solo quando la distanza camera-soggetto si riduce troppo. Infatti una focale corta esalta le dimensioni dei primi piani in relazione agli elementi dello sfondo, espandendo la loro distanza apparente.

Teleobiettivi

Per convenzione si definiscono teleobiettivi quelli che hanno una lunghezza focale superiore a 50mm nelle camere 35mm. Le focali più comunemente usate comprendono 85mm, 100mm, 135mm, 200mm, 300mm e 400mm (600mm o più per fotografare animali selvaggi). Le massime lunghezze disponibili sono attorno ai 1200mm per applicazioni speciali.

La funzione primaria di un teleobiettivo è quella di avvicinare il soggetto a noi quando noi non possiamo avvicinarci al soggetto. La fotografia sportiva e naturalistica sono i due esempi più comuni. I teleobiettivi corti (85–135mm) sono ideali per i ritratti perché producono una corretta dimensione della persona ad una distanza che conserva una buona prospettiva. Infatti con una focale corta bisogna avvicinarsi troppo al soggetto fino a provocare alterazioni prospettiche come nasi lunghi ed effetti quasi comici. Invece con focali lunghe occorre allontanarsi fino ad avere la giusta dimensione del soggetto con la perdita del senso di profondità. E' noto infatti che i teleobiettivi appiattiscono le immagini facendo quasi scomparire le distanze tra i vari elementi presenti nella foto.

I teleobiettivi amplificano i movimenti della camera, oltre che le immagini, perciò quasi sempre sono dotati di un "piede" da agganciare sopra un cavalletto. Infatti questi obiettivi sono quasi sempre più pesanti del corpo-macchina, quindi il piede viene a trovarsi sotto il punto di equilibrio. Canon, Nikon e altri costruttori, offrono teleobiettivi dotati di stabilizzatore di immagine che, entro certi limiti, permette di ottenere immagini nitide anche senza cavalletto. Si tratta di dispositivi molto efficaci nei casi in cui non sia possibile usare il treppiede, che comunque resta sempre l'opzione migliore.

La profondità di campo dei teleobiettivi risulta ridotta, un fatto sfruttato dai fotografi ritrattisti e naturalisti che spesso utilizzano focali di media lunghezza e con grandi aperture in modo da ottenere uno sfondo completamente sfocato sul quale risalta meglio il viso della persona o dell'animale.

Un teleobiettivo veloce molto apprezzato dai fotografi sportivi e naturalisti, è il 600mm f/4, adatto per uso professionale, ma molto costoso (oltre 8.000 €). Chi non può permetterselo ha altre alternative, come un veloce 200mm f/2.8 (molto meno costoso di un 400mm) e un duplicatore di focale (o convertitore) 2X, con cui si ottiene un 400mm f/5.6. Un convertitore 1.4X provoca la perdita di apertura di uno stop, un 2X perde due stop, ma si acquista un aumento della lunghezza focale di 1.4X o 2X, mantenendo la stessa distanza minima di fuoco; in pratica è come avere a disposizione due obiettivi per un costo inferiore ad un 400mm luminoso.

Il teleobiettivo a specchio è un tipo particolare di ottica a grande lunghezza focale ma di lunghezza fisica ridotta, in cui la luce viene riflessa avanti e indietro da specchi interni. Più corti e leggeri degli obiettivi convenzionali a rifrazione di pari lunghezza focale, hanno una distanza minima di fuoco molto più ridotta, sono meno costosi ma anche considerati meno performanti in termini di nitidezza. Molti obiettivi a specchio non hanno il diaframma, perciò l'esposizione è controllata con la velocità di otturazione e con l'uso di filtri ND (Neutral Density). In passato i primi obiettivi a specchio erano molto fragili, ma anche quelli odierni vanno trattati con una certa cura. Oggi la maggior parte degli obiettivi a specchio sono del tipo catadiottrico, di costruzione ancora più compatta, che oltre agli specchi contengono anche i normali elementi ottici a rifrazione.

Obiettivi zoom

Senza dubbio oggi il tipo di obiettivo più popolare è lo zoom, che comprende un'ampia gamma di lunghezze focali in un solo obiettivo. Azionare lo zoom significa alterare la relazione tra gli elementi ottici in modo da variare la lunghezza focale. Fra i più diffusi troviamo il 28–80mm, 28–105mm, 70–210mm, 28–200mm e 28–300mm, oltre a molti altri disponibili. Agli estremi delle focali possibili, Pentax offre uno zoom 10–17mm fisheye (angolo vis. 180°), e Nikon in passato proponeva un supertele mostro da 1200-­1700mm .

In passato gli obiettivi zoom non fornivano grandi prestazioni, ma oggi possiamo affermare che gli zoom dei maggiori costruttori sono mediamente eccellenti, anche per l'uso professionale. Per loro natura gli obiettivi zoom sono più pesanti degli obiettivi a lunghezza focale fissa, ed anche meno luminosi. Vi sono anche zoom veloci con apertura f/2.8, ma a costi notevolmente alti, e per questo motivo i più diffusi hanno una apertura massima fra f/3.5 e 5.6. Molti zoom hanno l'apertura massima variabile: un 70–210mm f/4–5.6 ha una apertura massima di f/4 a 70mm e f/5.6 a 210mm. Il sistema di esposizione TTL compensa automaticamente, ma se si usa un sistema di misurazione manuale occorre regolare l'esposimetro in posizione wide o tele per scegliere l'apertura.

Non tutti gli zoom sono veri zoom. I veri zoom mantengono il fuoco per tutta l'escursione dello zoom, mentre gli zoom a focale variabile perdono il fuoco ogni volta che la lunghezza focale viene cambiata. Con le camere AF (Auto Focus), questo non è un problema, ma se si usa il comando del fuoco manuale occorre aggiustare il fuoco ad ogni minima variazione della focale. Generalmente gli zoom che hanno l'apertura massima variabile sono del tipo a focale variabile.

Alcuni obiettivi zoom hanno ghiere di comando separate per lo zoom e per il fuoco, mentre altri sono del tipo "one-touch", in cui una sola ghiera comanda lo zoom scorrendo avanti e indietro, ed il fuoco con la rotazione. La scelta dipende dalle preferenze personali, ma prima di comprare è sempre meglio verificare se i comandi sono facili da azionare.

Uno degli effetti speciali ottenibili con lo zoom è il cosiddetto "effetto esplosione" prodotto azionando lo zoom durante una esposizione lunga.

Angolo visivo delle DSLR

Le caratteristiche ottiche delle attuali fotocamere digitali derivano direttamente da quelle delle tradizionali camere a film. Questo risulta vantaggioso per quei fotografi che dispongono di un completo arsenale di ottiche utilizzabili anche sulle nuove DSLR. Purtroppo la maggior parte delle DSLR in commercio sono dotate di sensori più piccoli del normale formato 24x36. Il risultato è che il sensore "vede" solo una parte dell'immagine proiettata dall'ottica, in pratica l'angolo di visuale effettivo risulta ridotto.

Quanto ridotto dipende da quanto più piccolo è il sensore rispetto al formato di un fotogramma da 35mm. La Canon EOS-1Ds e la Nikon D3 hanno sensori "full-frame", e quindi gli obiettivi avranno lo stesso comportamento, con lo stesso angolo di visuale di una tradizionale SLR 35mm a film.

Le Nikon D300, D40X e D80, la Fujifilm FinePix IS Pro, la Pentax K100D, la Sony A700, hanno un "fattore telefoto" (crop factor) 1.5X, ossia l'obiettivo produce un effetto come se la sua lunghezza focale fosse moltiplicata per 1.5. Per esempio, un obiettivo da 100mm su una Nikon D300 produce lo stesso angolo visivo (stesso ingrandimento) di un 150mm su una Nikon D3. Questo fenomeno è apprezzato dai fan della fotografia tele, dato che qualsiasi obiettivo diventa in effetti 1.5 volte più lungo, ma per lo stesso motivo diventa un problema per chi usa prevalentemente il grandangolo.

Flare, Distorsioni, Vignetting

I moderni obiettivi comprendono lenti con rivestimenti anti-riflesso che riducono fortemente il problema dei bagliori dovuti alla luce che viene riflessa dalle pareti interne dell'obiettivo. Ma i bagliori possono ancora manifestarsi quando si fotografa in controluce, e la luce colpisce direttamente la prima lente.

Il problema è spesso risolto con l'uso del paraluce che permette di raccogliere solo la luce riflessa dal soggetto. Oltre che dai raggi non voluti, il paraluce protegge la prima lente anche da urti, pioggia e impronte digitali. Comunque, i bagliori di luce possono anche essere usati per creare effetti suggestivi. In tali casi è preferibile usare un grandangolo e una piccola apertura per ottenere un bagliore modesto e che non invada troppo l'immagine.

La distorsione si manifesta in due forme: a cuscino e a barile. Nella distorsione a cuscino le linee rette vicine ai bordi della immagine si curvano verso l'interno, invece nella distorsione a barile le linee rette risultano curve verso l'esterno. Queste distorsioni sono spesso evidenti nelle foto riprese con lo zoom, con la distorsione a barile che si manifesta alle focali corte, e la distorsione a cuscino alle focali lunghe.

Se un obiettivo produce distorsioni non resta molto da fare, se non comporre l'immagine evitando di inquadrare linee diritte ai bordi dell'immagine. Generalmente questo fenomeno risulta più evidente negli obiettivi zoom delle camere digitali compatte e con le DSLR meno costose, mentre gli obiettivi di alta gamma sono ben corretti.

La vignettatura si manifesta con l'oscuramento degli angoli o anche delle zone periferiche dell'immagine. La causa può essere un paraluce troppo lungo, ma può anche essere un problema intrinseco dell'obiettivo, più evidente negli zoom ad alto rapporto, come nel caso di un 28–200mm. Una vignettatura intrinseca generalmente si elimina usando piccole aperture o evitando di operare alla focale minima.

Obiettivi intercambiabili e accessori

Da sempre i fotografi che usano camere reflex, analogiche o digitali, hanno avuto il vantaggio delle ottiche intercambiabili per poter operare con l'obiettivo adatto alla situazione ed al risultato che si vuole ottenere.

Lenti e adattatori. Alcune camere compatte consentono l'applicazione di lenti addizionali o di anelli adattatori e altri accessori. Con queste lenti è possibile variare la lunghezza focale ampliando le capacità dell'obiettivo.

Obiettivi intercambiabili. Molti costruttori hanno progettato le loro camere in modo da accettare obiettivi originalmente destinati alle camere a film, e questo provoca qualche confusione circa la lunghezza focale. La lunghezza focale dipende dalle caratteristiche fisiche delle lenti, quindi si tratta di valori assoluti. Tuttavia un obiettivo con una specifica lunghezza focale può avere una lunghezza "effettiva" su una camera e una diversa se montato su un'altra camera. Ciò dipende dal fatto che la lunghezza focale effettiva è in relazione alle dimensioni del sensore usato. Poiché la maggior parte dei sensori sono più piccoli del film da 35mm, gli obiettivi ingrandiscono di più le immagini.

Il sensore cattura solo la parte centrale dell'immagine, quindi la lunghezza focale effettiva aumenta di un fattore variabile da 1.3 a 1.6 rispetto alla lunghezza focale nominale. Questo multiplo è valido per tutta la gamma delle lunghezze focali, rendendo un grandangolo meno grande in una camera digitale ed un teleobiettivo più lungo.

Questo "problema" può essere risolto in due modi. Il primo è di adottare sensori delle stesse dimensioni di un film 35 mm. Questi sensori "full-frame" sono già disponibili anche se costosi. La seconda soluzione è di progettare lenti adatte alle dimensioni del sensore. Questo concetto è stato realizzato recentemente anche dai membri del "Sistema Quattro Terzi" promosso in origine da Olympus, Kodak e Fuji, per la produzione di obiettivi intercambiabili specifici per fotocamere digitali. Le camere prodotte dai membri del gruppo hanno alloggiamenti standard in modo che su tutte possano essere montati gli stessi obiettivi.

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